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Un edulcorante a zero calorie: ERITRITOLO

Nei primi anni '80 quando i cibi dietetici iniziarono a crescere di popolarità , l'azienda Cerestar ora Cargill inizió un progetto di ricerca con l'obiettivo di produrre diversi tipi di polioli utilizzando processi fermentativi.

Vennero usati lieviti che producevano in grande scala eritritolo. Parallelamente si dimostrò che l'eritritolo era privo di calorie e con un alta tolleranza digestiva in comparazione con gli altri polioli ( sorbitolo , mannitolo, xylitolo, glicerolo).

Sempre Cerestar sviluppo' un processo produttivo è un efficiente sistema di purificazione per ottenere eritritolo che iniziò ad essere commercializzato in larga scala dal 1993 per il mercato giapponese. Poi in tutto il mondo.

Eritritolo é una sostanza cristallina bianca , anidra e non giroscopica che é disponibile in forma granulare o polvere. Ha un valore di dolcezza medio (65/100) e appare simile al saccarosio . É un 'polialcol' con 4 atomi di C. É una molecola a basso peso molecolare che le da caratteristiche uniche.

Diversamente da altri polioli, l'Eritritolo non é calorico e questo apporta molti benefici nel suo utilizzo come "bulk sugar sostitute" . Grazie alle sue piccole dimensioni molecolari l'Eritritolo é assorbito nell'intestino ma non metabolizzato e secreto nelle urine. L'Eritritolo non assorbito viene secreto con le feci. Non viene fermentato come gli altri polioli e quindi non vi é alcun contributo dovuto dalla fermentazione . Di conseguenza l'eritritolo da un contributo calorico pari a 0 cal/g.

Poiché esso non é metabolizzato va da sé che non ha nessun effetto insulinico-glicemico.

A chi si sente più confortato dal termine naturale , in letteratura si possono trovare le sue percentuali in alimenti come frutta (melone : 22-47 mg/kg), vegetali ed anche in alimenti fermentati ( es. il vino 130-300 mg / l).

Tutti i polioli sono "tooth-friendly" perché non metabolizzati dai batteri della carie. E' acariogeno.

È un "free radical scavenger" , pare che possa dare benefici antiossidanti .

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